F come FINESTRA

La finestra all’interno di una casa può elevare il valore della casa stessa in base a ciò che ti permette di vedere.
Pensa ad un appartamento che ha la finestra che guarda sulla Tour Eiffel o un attico che ha la vista sulla baia di Portofino o ancora una finestra che guarda la Mole Antonelliana.
Sono viste che somigliano a cartoline, ma sono reali e non stampate.
Tantissimi sono i pittori che hanno realizzato opere d’arte che rappresentano finestre con viste mozzafiato, uno dei più conosciuti è quello di Salvador Dalì del 1925 “ragazza alla finestra”.
Ma torniamo alla realtà, le finestre danno luce e aria e hanno la capacità di rendere un’abitazione più luminosa e vivibile a seconda delle loro dimensioni e della posizione rivolta verso il sole.
Certamente avere una grande finestra sul piano cottura della cucina che guarda verso un’area verde o scorge il tramonto del sole dietro le montagne è un valore aggiunto non da poco.
Pensa ad una grande finestra scorrevole che ti permette di volgere lo sguardo verso il mare mentre sei sdraiato sul tuo comodo divano, pensa a quanto farebbe bene alla tua mente e quanto potrebbe influire in modo positivo sul valore della tua proprietà.
È sicuramente una buona abitudine, quando si deve scegliere la nuova casa, verificare la posizione ed il numero delle finestre presenti nella casa che si sta per scegliere.
“𝘓𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘦𝘴𝘵𝘳𝘦 𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘴𝘵𝘦, 𝘴𝘪 𝘢𝘱𝘳𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘶 𝘰𝘳𝘪𝘻𝘻𝘰𝘯𝘵𝘪 𝘣𝘦𝘯 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘭𝘢𝘳𝘨𝘩𝘪 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘪.”
𝘈𝘯𝘵𝘰𝘯𝘪𝘰 𝘛𝘢𝘣𝘶𝘤𝘤𝘩𝘪
ᴅᴇғɪɴɪᴢɪᴏɴᴇ ᴇ ᴏʀɪɢɪɴᴇ ᴅᴇʟ ɴᴏᴍᴇ:
Il termine latino fenestra pare derivi dal vocabolo etrusco fanu che indicava un tempietto o cappella mortuaria.
Si pensa quindi che questa parola all’origine fosse utilizzata per indicare una nicchia; tant’è che l’abbreviazione di fenestra, festra, indicava proprio “finestrella di sacrario”.
I romani furono i primi ad utilizzare il vetro come copertura delle finestre, pratica poi accantonata nel Medioevo per la mancanza di materia prima.
La finestra è un componente delle mura di un edificio, si presenta di forma regolare, quasi sempre quadrata o rettangolare e la sua funzione è quella di poter permettere alla luce di raggiungere le stanze ed anche arieggiarle.
Nel Rinascimento sono stati introdotti molti tipi di finestra, come la bifora, la trifora, la serliana, l’inginocchiata, l’occhio di bue e, tipicamente italiano, l’abbaino, che si apre nella copertura.
Dalle influenze moresche e saracene derivano altri stili ed accessori della finestra, che è protetta esternamente dall’inferriata, dalla persiana, dal portello o dal cassettone ed all’interno dalla veneziana o dallo scuro.
ᴄᴜʀɪᴏsɪᴛᴀ’:
Pochi sanno che nei secoli passati fu introdotta una tassa sulle finestre, una vera e propria imposta che nel corso della storia è stata utilizzata in vari paesi europei: Francia, Regno Unito, Spagna e Paesi Bassi.
I proprietari di immobili dovevano pagare una somma al fisco, che veniva calcolata sul numero e sulle dimensioni delle finestre.
Fu così che, per evitare di dover pagare somme ingenti, i vari cittadini inziarono a murare una parte delle finestre delle loro abitazioni, sostituendo tali spazi con false finestre disegnate a trompe-l’oeil sulle pareti dei palazzi.
Ma dove nacque una tassa tanto bizzarra?
Fu imposta la prima volta in Inghilterra e nel Galles alla fine del ‘600 per cercare di riparare il deficit che c’era in quel periodo.
Era stata progettata per evitare le proteste riguardo all’imposta sul reddito.
ɪɴ ɪᴛᴀʟɪᴀ
In Italia si possono trovare molti esempi di finestre a trompe-l’oeil in Liguria.
Nel 1798, al tempo della Repubblica Ligure, il governo doveva trovare un modo per arricchire le tasche della Repubblica.
L’idea che ne conseguì fu quella di imporre una tassa sulle proprietà, questo perchè le famiglie più ricche quelle da cui certamente si poteva trarre più profitto, possedevano lussuosissime abitazioni con molteplici finestre.
La tassa seguiva delle regole particolari: fino a 5 finestre non si pagava nulla, ma si dovevano comunque seguire delle aliquote calcolate in base al numero totale di finestre presenti sull’edificio.
Al tempo questa tassa venne definita “sussidio patriottico sulle finestre” per cercare di rendere il popolo collaborativo.
La reazione però fu decisamente diversa visto che i liguri iniziarono a murare le finestre dei palazzi.
Ancora oggi pervengono a noi esempi di queste belle quanto bizzarre finte finestre disegnate sui muri, testimonianza di una ribellione pacifica del passato.